Il Buddha d’oro, una storia (vera) thailandese

Nel viaggio in Thailandia, tra i molteplici templi visitati e le tante statue di Buddha viste ce n’è una che più di tutte ha attirato la mia attenzione. Nella foto in copertina, il tempio Wat Traimit a Bangkok, costruito molto tempo dopo l’inizio di questa storia.

Nel XIII secolo, infatti, probabilmente durante il Regno di Sukhothai fu costruito un grande Buddha d’oro in segno di devozione. Una statua di tre metri di altezza, realizzata interamente in oro massiccio e pesante circa 5,5 tonnellate.

Nel periodo in cui la Thailandia stava subendo invasioni birmane occorreva pensare stratagemmi per difendere tuti gli oggetti d’oro. La grande statua di Buddha, così preziosa, era sicuramente un bene appetibile per gli invasori e che quindi rientrava tra i monumenti da custodire.

Così i devoti coprirono la grande statua con argilla, in modo da confondere. Pensando che fosse solo un Buddha di terracotta, effettivamente nessuno dei nemici degnò di uno sguardo l’immagine sacra.

Con il passare degli anni, le generazioni successive si dimenticarono di questa storia e iniziò a sembrare una leggenda. Sapevano che si narrava che da qualche parte ci fosse questa statua del Buddha d’oro ma iniziò a sembrare quasi impossibile potesse essere vero.

Non erano infatti a conoscenza della storia della statua ricoperta e quando visitavano il tempio davanti a quello che oggi è il Wat Traimit, osservavano le varie statue all’interno senza chiedersi troppe domande. Si fermavano alla superficie, convincendosi che quella statua grande che avevano davanti fosse soltanto un Buddha d’argilla.

Finché 70 anni fa, un monaco decise di costruire un tempio per questa umile ma molto grande statua. La ritenne degna di venerazione e quindi di un tempio dedicato solo a lei. Durante lo spostamento, questa cadde e, una volta che l’argilla si ruppe, ciò che si trovava veramente all’interno si rivelò in tutto il suo splendore.

Oggi, la statua è uno dei principali siti religiosi e turistici di Bangkok. È venerata dai devoti buddhisti, che la considerano un simbolo di speranza, illuminazione e rinascita spirituale. E sicuramente la sua storia non fa che accrescerne il fascino, per le metafore che racchiude.

Come accade per molte cose, non si tratta mai di ciò che è sotto la superficie ma di ciò che è dentro e che molto spesso anche noi ci dimentichiamo. Questa storia è ritornata ad avere importanza oggi anche perché ci invita a ricordarci di porre la nostra attenzione sulle cose importanti, che molto spesso sono più difficili, faticose ma sono anche quelle in grado di strabiliarci.

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